di Barbara Fabbroni
Va in scena al Teatro Anfitrione: “Regine di carta”. Una commedia oltre che corale divertente. Narra le vicissitudini di quattro attrici, impegnate nelle riprese del sequel televisivo di un noto show degli anni ’90. Un tuffo che dal passato vive nel presente come a ricordare che ogni vita vera è una commedia vissuta da raccontare, confrontare e accarezzare. Le quattro attrici, divise tra il lavoro sul set e la vita privata, vivono innumerevoli peripezie, raccontano emozioni e sensazioni che penetrano oltre la scena arrivando a toccare l’anima dello spettatore. Un dialogo quello tra le protagoniste di “Regine di carta” e lo spettatore che si cuce nell’altalenante andare dalla vita che racchiude in sé luce e ombra, sole e luna, passione e delusione, ansia e gioia, possibilità e fallimento. Le protagoniste si avviano all’interno delle loro esperienze di vita attuando un viaggio introspettivo che le porterà a una maggiore consapevolezza e a una più profonda conoscenza l’una dell’altra. C’è un eco delicato che richiama lievemente le quattro amiche più famose del pianeta che hanno stuzzicato le nostre emozioni a cavallo tra gli anni ’90 e primi anni del 2000: le protagoniste di Sex and the City che sono tornate con il loro sequel. Anche loro come Carrie, Charlotte, Miranda – manca solo Samantha – si ritroveranno con i loro 50anni a ritessere la trama della loro vita costruendo nuovi itinerari possibili seppur nella consapevolezza di ciò che è stato e potrebbe ancora essere. “Regine di carta” è vita pura che si racconta con la voglia di esistere e vivere ancora con più determinazione, fiducia e grinta. C’è ancora molto da fare e dire. Maria Mancini autrice e interprete di “Regine di carta” si racconta e ci racconta il suo lavoro.
“Regine di carta” un lavoro denso di significati, vuole parlarcene?
È una commedia corale che racconta la storia di quattro donne, nello specifico quattro attrici, che si rincontrano dopo vent’anni sul set del sequel di una nota serie televisiva di cui erano le protagoniste. “Regine di carta” parla di superficialità, di gelosie, di invidie, di dolori e passioni, del significato profondo dell’amicizia del tempo passato, del tempo presente e del tempo futuro.
Quanto è difficile scrivere una drammaturgia teatrale?
“Regine di carta” è stata scritta a quattro mani. Pensando alla trama ho raccolto delle idee e degli aneddoti legati a delle esperienze che avevo vissuto e Alessandra Picinelli è riuscita a trasformare e trasporre il tutto in un testo teatrale.
Perché “Regine di carta”?
Mi piaceva molto l’idea di giocare con un ossimoro, donne forti e fiere come delle regine, ma allo stesso tempo fragili come la carta che può prendere fuoco e bruciarsi.
Quattro amiche, attrici, impegnate nelle riprese del sequel televisivo di un noto show degli anni ’90. Ci sono degli spunti che richiamano “Sex and the City”?
Evocare “Sex and the city” mi è servito solo come cornice per poter raccontare le storie che avevo in mente e poterle unire insieme. Da qui nasce l’idea di fare riferimento al plot della famosa serie americana venti anni dopo.
L’amicizia esiste ancora?
Questa per me è una domanda che meriterebbe una risposta molto lunga e articolata. In poche parole? Esistono persone che si incontrano ed hanno caratteristiche della personalità simili e decidono di frequentarsi per tutta la vita, altre che pur avendo caratteri diametralmente opposti, si completano e si uniscono anche loro per tutta la vita. Ci sono, inoltre, delle amicizie che si sentono nel cuore, sepput non si vedono spesso e hanno vite completamente diverse, tu sai che nel momento del bisogno correranno da te per abbracciarti senza bisogno di dire una parola. Quindi la mia risposta è si, l’amicizia esiste ancora, ma quella vera ce l’hai nel cuore.
La vita online ha modificato il senso e il significato dell’amicizia?
È una domanda che avrebbe bisogno di un talk show per poterne parlare in modo più approfondito. Sulla base della mia esperienza la risposta è no, perchè se si ha la sensibilità e l’empatia verso il prossimo, si riesce a capire anche da un singolo post se quella persona ha bisogno di aiuto. Personalmente considero le mie amicizie autentiche sia fuori sia dentro la rete, per cui non penso assolutamente che la vita online ne abbia modificato il significato.
Ci può raccontare queste quattro amiche?
Le quattro protagoniste alla vigilia dei cinquanta anni si ritrovano sul set, divise tra lavoro e vita privata, vivranno innumerevoli peripezie attraversando profondi drammi personali.
Quanto la vita privata influenza la vita di un’attrice?
La scelta di essere un’attrice, a mio parere, è legata ad un malessere interiore che ti costringe ad indossare delle maschere sempre diverse, parlando di questo tema non posso che non citare il mio amato Pirandello che nella sua opera “Uno, nessuno e centomila” scriveva: “Uno, perché una è la personalità che l’uomo pensa di avere. Centomila, perché l’uomo nasconde dietro la maschera tante personalità quante sono le persone che lo giudicano.” Di conseguenza interpretare un personaggio significa privarsi della propria maschera per poter finalmente essere sé stessi.
Su cosa si interrogano le protagoniste?
Le quattro protagoniste si interrogheranno sui ruoli interpretati sul set e sulle maschere che hanno indossato e indossano nella vita di tutti i giorni. Saranno protagoniste di un viaggio introspettivo alla ricerca di loro stesse che le porterà a una maggiore consapevolezza e a una profonda conoscenza reciproca.
Quando ci sarà la prima dell’opera?
Saremo in scena il 24, 25 e 26 Ottobre 2022 al Teatro Anfitrione.
Avrete in tour?
Magari! Spero che possa andare molto bene e avere l’opportunità di portare lo spettacolo anche in altre città.
Cosa si aspetta dal pubblico?
Spero vivamente che il pubblico possa comprendere le diverse sfaccettature e la complessità dei personaggi, che si possa divertire tanto.
Perché amato?
“Regine di Carta” vuole essere una commedia che non faccia solo riflettere ma che faccia anche tanto sorridere.
Progetti autunnali?
Ho un altro progetto in mente che cercherò di portare avanti sempre in collaborazione con Alessandra Picinelli, sarà uno spettacolo con due personaggi. Non posso dire altro perché è ancora tutto in fase embrionale nella mia testa, sto cercando di ordinare tutte le idee e metterlo su carta per portarlo in scena.
Un sogno nel cassetto?
Con orgoglio, posso dire che sto già realizzando il mio sogno nel cassetto proprio con questo spettacolo. Scrivere, produrre e interpretare un proprio progetto per me è stata una bellissima esperienza, il massimo a cui ho sempre aspirato. Ho un altro sogno che mi piacerebbe realizzare: avere la possibilità di viaggiare e girare il mondo per conoscere altre culture altre visioni del mondo completamente diverse dalla mia. Entrare in contatto con persone differenti, lontane dal mondo che conosco e che vivo. Viaggiare, viaggiare, una vita sempre in viaggio fino alla fine dei miei giorni.
Ha mai pensato di farne una sceneggiatura cinematografica?
Si, assolutamente. Ho scritto un racconto che ha partecipato al concorso i “Racconti di Sabaudia” arrivando al secondo posto, mi piacerebbe poterlo trasformare in un cortometraggio cinematografico. E chissà forse riuscirò a realizzare anche questo progetto.
Vuole aggiungere altro?
Si, vorrei aggiungere i miei più sentiti ringraziamenti per l’opportunità di essere stata intervistata da lei, e vorrei ringraziare sin da ora tutto il pubblico che verrà a vedere Maria Mancini, Federica Mesiti, Barbara Bonifazi, Camilla Petrocelli e Luca Rasi. Un grazie immenso al regista Luca Gaeta che ha deciso di abbracciare il mio progetto. Ci vediamo a teatro!