Università: Unicusano e il principio di non reciprocità sorretto dal MUR

Riceviamo e pubblichiamo – Fonte ADNK

Università online e MUR. In una intervista su Tag24, il Presidente del Cda di Unicusano, Stefano Bandecchi, già consigliere di Silvio Berlusconi nell’operazione Universitas Libertatis, evidenza un principio di non reciprocità portato avanti dal MUR, che consentirebbe una concorrenza sleale tra le università italiane.

Atenei in presenza vs Telematiche. Gli atenei in presenza avrebbero l’autorizzazione ad erogare corsi telematici, senza che esista una legge di riferimento; mentre alle università telematiche sarebbe negata, per decreto ministeriale, la possibilità di erogare corsi in presenza, “tanto è vero che prima l’ANVUR e poi il MUR avrebbero accettato di suddividere i corsi di studio in corsi A, in corsi B, in corsi C e in corsi D”, dichiara Stefano Bandecchi.

Corsi di studio. Il MUR permetterebbe alle telematiche di fare solo corsi del gruppo C e D e attraverso l’assistenza delle università in presenza anche i corsi del gruppo B, sottostimando quindi il valore degli atenei a distanza che non potrebbero svolgere corsi che necessitano di laboratori, pur essendo dotati di strutture all’avanguardia e innovative come nel caso della Unicusano.

“La cosa più grave è che manca totalmente il senso di reciprocità, da anni oramai negato alle università telematiche, anche se la nostra nascita si basa sugli stessi aspetti giuridici e sulle stesse leggi di ogni altra università statale e privata. La Unicusano – continua il Presidente Bandecchi – pur essendo telematica, è ai massimi livelli internazionali nella ricerca scientifica, nella terza missione universitaria, e in tante altre cose come vedrete nei prossimi risultati ANVUR che saranno divulgati a breve.”

L’appello di Bandecchi al Ministro Messa. Un invito ufficiale ad riaprire quel tavolo già avviato lo scorso 11 marzo 2022 con la promessa di incontri ravvicinati per delineare il futuro delle telematiche. “Chiedo umilmente al Ministro Messa di poter svolgere il mio lavoro e di permettere ai miei 1500 dipendenti, tra impiegati e professori, di lavorare serenamente e per fare questo necessitiamo di chiarimenti sul perché sono tutti spariti da ben due mesi.”

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